Ero in un villaggio vicino a Dakawa, nel distretto di Morogoro, in Tanzania. Dieci anni fa, dei padri Croati che hanno una missione in quella zona portarono me e mio padre a visitare una comunità Masaai che aveva deciso di stabilirsi li quasi 10 anni prima del nostro arrivo. Era tardi nel pomeriggio, il sole stava tramontando ed io usai l’ultima luce per fotografare degli alti ragazzi mentre saltavano “sopra” il Sole, imitando molte fotografie che mi fecero innamorare dell’Africa. Calò il buio, alcuni ragazzi mi seguivano incuriositi, uno di loro, si avvicinò ed io gli chiesi se potevo fotografarlo. La luce era pressochè inesistente, qualche rossore dal cielo, ma niente di che. I momenti in viaggio corrono più veloci che quando si è a casa, tutto è nuovo e meriterebbe uno sguardo, anche sfuggente, solo per impregnare forme, toni e colori che ci sembrano freschi e nuovi. Così anche il mio bellissimo soggetto lo catturai in maniera sfuggente, il flash a slitta sulla reflex puntava dritto, la luce fioca aiutò la mia 5d nella messa a fuoco e in un lampo due sguardi si fecero uno. Non me ne accorsi di quello sguardo se non al mio ritorno a casa, sfogliando le immagini raccolte nel viaggio, una luce nella notte, un giaguaro quel giorno mi catturò, fui io la preda.